LA LINGUACCIA. Auguri: una parola a metà tra la lettura del futuro e la festa del papà
La lingua che descrive il mondo di oggi. Su etimologia e società, di Teresa Giannini
Perché parlare delle parole?
“Oggi sappiamo che sono piuttosto le cose a essere spesso conseguenza dei nomi: sono le parole a influenzare i nostri comportamenti. Parole dette, ascoltate, digitate, lette in quell’incessante comunicazione che caratterizza il nostro tempo. Guardare il mondo dalle parole, allora, significa vedere e capire qualcosa in più di tutto quello che ci accade intorno” - G. Antonelli
Ciao e ben tornat* su La linguaccia, la rubrica di etimologia e società che ti spiega il mondo attraverso le parole!
Quest’anno Marzo è un mese particolarmente denso di festività: c’è stata da pochi giorni la festa della donna, il 19 festeggeremo quella del papà, a fine mese toccherà alla Pasqua e, non trascurabile, io personalmente aggiungerò la trentaduesima candelina alla torta di compleanno 😁
Perciò, sotto consiglio della mia collega ed amica Paola Sireci (se non avete letto il suo ultimo articolo, fatelo perché è una bomba, ve lo linko qui 😉), oggi parliamo di auguri: da dove arriva questa felice sequenza di lettere? E che senso ha per noi oggi?
augùrio s. m. [dal lat. augurium, der. di augur «augure»]. – 1. a. In senso proprio, la cerimonia con cui gli àuguri ricavavano presagi dall’osservazione del volo degli uccelli o da altri fenomeni; anche, il presagio stesso. 3. Desiderio che accada qualcosa di bene, e l’espressione stessa di questo desiderio: formulare un a.; a. di felicità, di buona fortuna; ti faccio l’a. di guarir presto; gradisci i miei più sinceri augurî […]
Treccani
Fa pendant con: felicità, ottimismo, futuro, festa, aggregazione.
Si contrappone a: mestizia, invidia, egoismo, isolamento.
Tutt’altra cosa rispetto a: frasi o espressioni di vuota circostanza.
Capiamo perché 🧐
Per i compleanni, per le feste religiose e per quelle pagane, per gli esami, per le guarigioni, per i viaggi, per i nuovi lavori, le nuove macchine e le nuove case: la formula auguri! è quel jolly che va sempre bene ed esprime, con una certa semplicità, una felicità partecipata (in essere o attesa) che non dispiace mai.
Ma sapevi che questo termine ha radici antichissime che affondano nell’arte divinatoria? Ebbene sì, l'etimologia ci racconta dell'unione di due vocaboli latini: avis (o auis) = uccello + gero = fare. E infatti, in antichità, gli àuguri erano sacerdoti capaci di prevedere il futuro basandosi sul volo, sul canto e sul generale comportamento degli uccelli.
Oggi ovviamente nessuno (almeno non sui canali ufficiali) si mette a contemplare il cielo prima di scrivere un messaggio di fine anno o un biglietto da abbinare all’uovo di pasqua, ma cosa rimane di quell’arte antica nel nostro augurarci il meglio l’un* l’altr*? Sostanzialmente la tensione verso il futuro, anche se con una prospettiva molto diversa.
Se i primi romani, infatti, si limitavano a leggere un segnale, che poteva rivelarsi positivo o negativo, l’uomo di oggi, cristiano e intriso di ottimismo (come direbbe il filosofo e saggista italiano Umberto Galimberti) nutre la velata aspettativa di cambiare il corso degli eventi, in modo che questi siano più favorevoli.
Ma quanti di noi credono davvero che fare i propri auguri a qualcuno possa avere degli effetti tangibili su quanto accadrà? Probabilmente ha più senso tradurli in un momento di compassione e di dichiarata solidarietà tra una persona e l’altra, di vicinanza sociale - poi si potrebbe scrivere un trattato sul business che ruota intorno a tali manifestazioni di bontà, ma rimaniamo nel clima di festa.
Esprimere un augurio, purché sia sentito e non il magro risultato di un’educazione perbenista o - peggio - di un indistinto “inoltra a” che toglie ogni pensiero, denota comunque un legame di tipo affettivo e questo, aldilà di tutto, fa sicuramente bene all’umore di chi lo riceve.
Cosa possiamo ancora trarre dalle origini di questo sostantivo? Mi viene da riflettere su Leonardo da Vinci e sui suoi studi sul volo degli uccelli: che possa essere considerata una versione contemporanea di divinazione?
E qui sotto?! 👇🏻 Un elenco quasi random di parole da tenere a mente 😁
Dagli archivi di Stay. 🤓
Dallo spirito zen di Chiara Rebeggiani che, da surfista e giornalista, spiega il complesso rapporto tra uomo e natura, partendo dalle Hawaii e arrivando, via mare, nel resto del mondo.
VS: contro i bias cognitivi 🤔🤓
PERBENE VS PERBENISTA.
(Aggettivo) Osservante o conforme alle norme dell'onestà e della rettitudine relativamente al costume individuale e ai rapporti sociali. (Avverbio) A proposito di azione condotta in modo attento e coscienzioso.
Persona che, spesso con una buona dose di ipocrisia, non ama discostarsi dalle idee e dai comportamenti correnti.
In sostanza: se incontri una persona perbene ti rimane il sorriso, se incontri un* perbenista ti rimane un vago rodimento di 🤫