René Magritte, L’Impero delle luci,1954 - Collezione Peggy Guggenheim Venezia.
Non la respirate anche voi quest’aria? Quella di Natale già si respira ovunque e neanche siamo entrati nel mese di dicembre. La verità è che siamo rientrati a lavoro dopo le vacanze estive già facendo il countdown per le vacanze di Natale. Ma se il freddo ha tardato ad arrivare, lo stesso non si può dire per le illuminazioni Natalizie. Vedo in giro balconi e finestre già rivestiti di piccole lucine, poi c’è chi come me si dimentica di levarle et voilà ce l’ha già pronte.
Dietro al concetto di luce c’è tutto una simbologia religiosa e filosofica. La luce è vita, è speranza e di quest’ultima ne abbiamo tanto bisogno. Massacrati ma ancora vivi dopo questi bei tre annetti di pandemia abbiamo veramente bisogno di qualcosa che ci scaldi il cuore, che ci aiuti ad uscire da quelle tenebre profonde e buie dove a volte ci incastriamo.
Rene Magritte nell’opera L’impero delle Luci accosta momenti temporali diversi: un cielo molto luminoso cosparso di nuvole bianche e le imponenti ombre scure degli alberi accentuati ancora di più dalle luci accese, come se fosse già sera o notte. Non è più il paesaggio mattutino che sembra all’inizio, ma qualcosa di ambiguo e molto strano. L’accostamento è inatteso: il cielo è visto di giorno, mentre la metà inferiore, dove c’è la casa con il lampione acceso, è un’immagine notturna. È proprio questa diversità di luci che, passando quasi inosservata, riesce a creare un’atmosfera inedita e affascinante, forse inquietante un po’ come quei luoghi tenebrosi cui accennavo sopra.
Abbiamo bisogno di lasciarci sorprendere, come i bambini quando guardano i fuochi d’artificio e fanno ooh!
Il mio “ooh” quest’anno me l’ha regalato una mostra sensoriale fatta per puro caso in uno dei posti che amo.
Presso l’Orto Botanico di Roma per tutto il periodo invernale e fino all’8 gennaio 2023, infatti, è stato inaugurato “Incanto di luci”, organizzato in collaborazione con il Polo Museale Sapienza, con l'esposizione delle opere artistiche del light designer Andreas Boehlke.
Magnifiche le installazioni che sono state progettate per avere un impatto ambientale limitato e tutelare il verde e la fauna selvatica.
Un vero incanto, come suggerito dal titolo dell’opera, l’Orto Botanico che vuole riaccendere un po’ di speranza nei cuori degli abitanti della Città Eterna.