ROM'È? A Villa Carpegna: qualcosa di bello
Roma, aldilà del Colosseo e di altre icone. Foto-storie di luoghi diversamente popolari, di Teresa Giannini
Roma è una città che si scopre pian piano. Per apprezzarla veramente bisogna entrare nel mood dello snorkeling, armarsi di pazienza e voglia di nuotare: immergersi, guardare dietro uno scoglio, combattere la resistenza dell’acqua per spingersi più in fondo e sbirciare tra altri scogli, tornare su a riprendere aria e ricominciare.
Su e giù, su e giù, cercando pesci, rocce, antichi tesori e qualunque altra cosa abbia il potere di riempirci gli occhi e convincerci che ne sia valsa la pena.
Io che non sono esattamente una fan del caos romano, vivo qui con la quotidiana speranza di imbattermi in qualcosa di bello. Villa Carpegna è stata una scoperta di quelle che mi hanno fatta sentire fortunata.
Edificata alla fine del Seicento e rinnovata nel corso del XVIII secolo, questo prezioso esempio di architettura nobiliare capitolina conserva intatti i suoi caratteri stilistici originali. Il parco che la circonda ti catapulta in un film alla Notting Hill, con le panchine e i viali alberati in stile inglese, gli anziani che passeggiano mano nella mano o con il giornale sottobraccio.
Uno dei viali, fiancheggiato da grandi magnolie che profumano l’aria tutta intorno, conduce ad una fontana che è il fulcro del giardino originario. Da qui, in una suggestiva cornice di palme, ti affacci dal belvedere sulla vallata sottostante, dove si alternano prati e file di lecci.
Acquistata dal Comune di Roma nel 1978, la villa oggi ospita la Quadriennale di Roma — una delle istituzioni d'arte contemporanea più importanti del Novecento — e il casino nobile è diventato la sede del suo archivio e della sua biblioteca.
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