Caro lettore,
Stay. sta per spegnere la sua prima candelina! Per festeggiare questo evento, e in linea con i saldi invernali, abbiamo deciso di offrirti uno sconto del 50% sull’abbonamento annuale che partirà dal prossimo 1 febbraio. Fino a quel momento continuerai a ricevere tutte le nostre pubblicazioni gratuitamente. Dal 1 febbraio, invece, le rubriche saranno riservate esclusivamente agli abbonati. Se vuoi regalarti o regalare un abbonamento annuale a Stay. usufruendo dello sconto del 50 percento, clicca il tasto qui sotto!
Ne hanno dette e se ne dicono di ogni sulla celeberrima Monna Lisa, meglio conosciuta come “La Gioconda”, dipinta da Leonardo da Vinci in più fasi della sua carriera artistica tra il 1503 e il 1514, ma una cosa è innegabile agli occhi dello spettatore: la sicurezza e la fierezza che trapela dal suo volto, definita comunemente enigmaticità espressiva, è la caratteristica che la rende una delle opere, se non l’opera più conosciuta, criticata e ammirata al mondo. Nell’italiano antico il termine “gioconda” significava allegra, splendente, che vivifica e consola - non a caso San Francesco D’Assisi definisce il fuoco “iocundo” nel suo Cantico delle Creature e, malgrado le ipotesi che investono l’opera, riguardanti l’identità del soggetto e il velo di mistero sul suo sorriso e il suo sguardo, può essere considerata una delle poche opere in cui è percepibile un senso di leggerezza, orgoglio e sicurezza, tratti non consueti in un soggetto raffigurato da solo e che non rappresenta un’istituzione politica o nobiliare – solitamente dipinti con uno sguardo malinconico, annoiato o spento. Prima di Leonardo da Vinci i ritratti, infatti, erano privi di mistero e l’anima incarnata da essi trapelava da gesti, scritte, movimenti simbolici. Nella Gioconda questa anima è presente, nonostante la staticità del soggetto, anche se non decifrabile dallo spettatore il quale crea scenari e immagini che cavalcano la fantasia sulla natura dell’opera e sul soggetto raffigurato, aumentando quel fascino nell’interpretare quel mistero e quell’enigma rappresentato dal suo sorriso.
Tralasciando, dunque, le critiche talvolta ridondanti sull’opera, è possibile considerare quasi invidiabile la risolutezza e serenità dello stare soli in un determinato luogo e contesto storico-sociale, proprio come la Gioconda nel dipinto. Se l’indipendenza, infatti, nel Cinquecento, poteva essere difficile da accettare in termini economici e, di conseguenza, sociali, oggigiorno è la politica – e di conseguenza la società - a non riconoscerne la realizzazione e l’uguaglianza tra i singoli individui.
Quante volte ci è capitato di acquistare un pacchetto vacanze, un massaggio, un ingresso in una spa o una cena destinati a coppie oppure, in spiaggia, di essere “obbligati” a pagare a prezzo pieno l’ombrellone e due sdraio nonostante ce ne servisse solo una in quanto non accompagnati? Persino la comunicazione delle singole aziende utilizza termini appartenenti al campo semantico dell’amore come “romantico”, “fuga d’amore”, “coppia” che lasciano intendere la finalità delle singole attività proposte. Oggi essere una coppia equivale a un privilegio dove, con privilegio, si intende un diritto non esteso a tutti, riprendendo la definizione di Gino Strada. In termini economici, lo stipendio cumulativo di una coppia non dà gli stessi diritti di una retribuzione ricevuta dal singolo e, automaticamente, non garantisce lo stesso tenore di vita. Banalmente, una coppia potrebbe dividere le spese di un mutuo per un bilocale mentre, lo stesso appartamento, una persona che vive da sola non necessariamente potrebbe permetterselo. L’evidente divario economico tra i nuclei familiari composti da una o più persone è ancora di più marcato sul piano politico: basti pensare ai sussidi e agevolazioni fiscali pensati ed erogati negli ultimi anni dalla pandemia fino a oggi: bonus asili nido, bonus colf e badanti, bonus bollette, destinato alle famiglie in condizioni di difficoltà fisiche ed economiche – aumentato a 20 mila euro per le famiglie numerose -, carta 18 app consegnata ai giovani residenti in nuclei familiari e che dal 2024 verrà concessa solo se in possesso di determinati requisiti come isee inferiore a 35 mila euro e per merito. Tra i vari benefits, è previsto un aumento del congedo parentale e dell’assegno unico dal 30 all 80% , la carta risparmi spesa destinato alle famiglie aventi reddito massimo di 15 mila euro e, dulcis in fundo, il recentissimo bonus matrimoni di 20 mila euro riservato alle coppie under 35 con un limite massimo di reddito che intendono sposarsi con rito religioso e solo se in possesso di determinati requisiti, emblema di un Paese tristemente ed eccessivamente radicato in una retorica cattolica che vede il matrimonio come obiettivo concreto di una relazione amorosa.
Nelle varie forme di welfare sopra elencate il termine “famiglia” ricorre costantemente a conferma del fatto che la famiglia, appunto, composta da due o più persone, possibilmente con figli a carico, costituisce un requisito fondamentale per ottenere aiuto morale ed economico da parte dello Stato, diventando una garanzia per un tenore di vita dignitoso.
Secondo l’analisi della Coldiretti del 2020 sui dati Istat, il costo della vita per i single è paradossalmente più alto del 78%, considerando le spese per gli alimenti, per la casa e per il tempo libero, rispetto alla vita di coppia o alle famiglie con figli, eppure quest’ultime sono tutelate maggiormente in termini economici e assecondate nei bisogni da un punto di vista sociale. Già nel 2017 l’Istat rilevava un calo delle famiglie numerose con un progressivo aumento dal 20,5% al 31,6% dei nuclei composti da una sola persona, con un incremento di separazioni e divorzi, numeri che si confermano anche nel 2021 con un 33,2% di persone che vivono da sole contro un 31,2% delle famiglie, verso una previsione importante: l’Istat preannuncia, infatti, un sorpasso storico che vedrà nel 2045 un numero maggiore di coppie senza figli.
Alla luce di questi dati, dunque, quale potrebbe essere un segnale significativo verso un’evoluzione della società in questo senso? Agevolazioni economiche, stipendi superiori – necessari per tutti- e maggiore apertura mentale della società che non ci induca a pensare che le attività di intrattenimento, le cene, i pacchetti vacanze o le feste comandate siano pensate automaticamente e necessariamente per le coppie, aumentando quella pressione verso una realizzazione personale mediante la vita di coppia o attraverso il compimento di una famiglia. Al contrario, insegnare nelle scuole, attraverso i media e gli strumenti tecnologici e di formazione a disposizione, che tutti gli esseri umani hanno uguali diritti e sono in possesso di una libertà che gli consenta di realizzarsi e di fare le proprie scelta autonomamente senza pagarne le conseguenze, è un primo segnale di progresso sociale. Ecco, allora, quale sarebbe il passo successivo e complementare: una società che ci riconosca proprio come Leonardi da Vinci ha ritratto la Gioconda: felici, fieri, sicuri di sé in uno spazio limitato e riservato arbitrariamente solo a sé stessi ed essere ammirati e riconosciuti nonostante le scelte incomprensibili agli occhi della società. In tutti i tempi.