Oggi Stay. è Giuseppe Sanmartino, che racconta una Chiesa Cattolica tanto perfetta quanto sofferente
Caro lettore,
Stay. sta per spegnere la sua prima candelina! Per festeggiare questo evento, e in linea con il clima natalizio, abbiamo deciso di offrirti uno sconto del 50% sull’abbonamento annuale che partirà dal prossimo 7 gennaio. Fino a quel momento continuerai a ricevere tutte le nostre pubblicazioni gratuitamente. Dal 7 gennaio, invece, le rubriche saranno riservate esclusivamente agli abbonati. Se vuoi regalarti o regalare un abbonamento annuale a Stay. usufruendo dello sconto del 50 percento, clicca il tasto qui sotto!
Da qualsiasi parte si arrivi, piazza San Pietro regala emozioni forti ai turisti che vi approdano, sia per l’importanza religiosa che conferisce ai fedeli, sia per l’armonia e la rilevanza artistica che la rende uno dei posti più suggestivi al mondo. La maestosa cupola di Michelangelo, il colonnato del Bernini adornato con le sue sculture e fontane, la pietà di Michelangelo ambita da tutti i turisti – anche quelli meno appassionati d’arte - gli affreschi, le tele, le sculture, le tombe, le cappelle, il Baldacchino e la Necropoli di San Pietro, rendono la Città del Vaticano un vero e proprio museo dove potere ammirare le meravigliose creazioni degli artisti italiani più e meno conosciuti e che è diventato nei secoli dei secoli Il luogo di culto per antonomasia, dove tutti siamo stranieri ma, allo stesso tempo accolti.
Nel sottosuolo di questa sinergia tra splendore artistico e contemplazione religiosa, così intensamente costruita nel tempo grazie ai lavori dei mecenati incaricati dalla Chiesa, all’Istituzione stessa e ai fedeli, si può scorgere la stessa bellezza ed essenza anche nelle persone che ne fanno parte? Spesso ci si imbatte in cristiani che si professano credenti e praticanti con atteggiamenti lungi dagli insegnamenti della Sacre Scritture, inquinando quell’ambiente cristiano da cui gli atei, ad esempio, si discostano con orgoglio. La storia, inoltre, ci insegna - e continua a farlo - che la Chiesa Cattolica in primis ha legittimato azioni malefiche grazie al supporto del potere politico, macchiando di peccato, se vogliamo parlarne in termini biblici, quella spiritualità, essenzialità e verità che dovrebbe condurre i cuori, la mente e le azioni del clero, portatore esemplare del messaggio divino. Ne sono l’esempio le Crociate, la Santa Inquisizione, i Patti Lateranensi, i casi di pedofilia avallati dalla Chiesa col supporto della legge. Il risultato? Credenti che non sanno ciò in cui credono e miscredenti che, talvolta, approdano nell’ateismo. Si parla sempre delle conseguenze che la religione riversa sulle persone che la praticano, lasciando da parte le relazioni e le dinamiche che avvengono all’interno dell’Istituzione stessa, ad esempio la disparità di genere tra suore e sacerdoti, le differenze culturali ed etniche oppure le discriminazioni derivanti dall’orientamento sessuale di suore, sacerdoti, cardinali, vescovi etc… . La sessualità è oggi un argomento tabù, limite derivante da una società ancora troppo radicata nel retaggio cattolico che la condanna come peccaminosa se non finalizzata alla procreazione o se non circoscritta al matrimonio. E quel pregiudizio che sfocia nella stigmatizzazione non avviene solo sulle pagine social – perché nei media non se ne parla quasi per nulla - ma anche tra gli attori della Chiesa stessa, ambiente fagocitato da se stessa, che ne tiene nascoste le dinamiche, togliendo talvolta quella libertà che i dogmi cristiani professano.
Lo scorso settembre cinquanta presbiteri omosessuali hanno scelto di fare coming out attraverso il documento “Con tutto il cuore”, presentato nel corso per operatori pastorali a Bologna e che oggi, a pochi giorni dal Natale, sta facendo il giro dei banchi del sinodo italiano, il processo di riforma della Chiesa Cattolica innescato da Papa Francesco fino al prossimo anno. Una presa di parola importante da parte di uomini portatori anche della voce femminile, che si rivolgono alla loro casa adottiva per chiedere ascolto, accettazione e accoglienza
“Del nostro orientamento omosessuale non possiamo parlare apertamente con i nostri familiari, gli amici e le amiche; tanto meno con altri preti o laici impegnati. La Chiesa non è un contesto dove trovare immediatamente accoglienza, soprattutto per noi”.
Lo scontro tra la propria natura, creata da Dio, e il contesto della propria vocazione riduce il sacerdozio all’infelicità, lacerazione che si manifesta nello stato psico-fisico dei preti e delle suore, giudicati dalle loro famiglie, dalle comunità LGBT e dalla loro casa in cui il Padrone non ha voce in capitolo. Quello stesso padrone inciso perfettamente da Giuseppe Sanmartino nel 1783 e che è oggi è una delle sculture più significative e ammirate al mondo per la perfezione e l’estro realistico. Con una tecnica così perfetta, il Cristo Velato si configura come una delle sculture più suggestive al mondo per il modo in cui Sanmartino ha raffigurato il feretro di Gesù: ancora vivente e in possesso della sua essenza. Dietro al velo marmoreo che ne rappresenta il fulcro, si cela tuttavia un uomo sofferente per il tradimento, la discriminazione, la beffa. Il Cristo Velato rappresenta quella Chiesa così perfetta nelle opere artistiche che la rappresentano ma, allo stesso tempo, così sofferente nel suo cuore, ancora pulsante di speranza, verità e libertà. ( puoi trovare l’opera appena citata al Museo della Cappella di San Severo a Napoli)
Ciò a cui i presbiteri si appellano nel cammino sinodale è l’ultimo aggiornamento risalente al 2016 della Ratio, il documento che regola l’ammissione dei seminaristi all’ordinazione, una serie di insegnamenti professati dalla Chiesa Cattolica, che dedica una sezione all’istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali. Il catechismo della Chiesa Cattolica fa una distinzione fra gli atti omosessuali e le tendenze omosessuali, considerando le prime punibili, mentre le seconde appena accettabili. Il testo recita:
“Riguardo agli atti, insegna che, nella Sacra Scrittura, essi vengono presentati come peccati gravi. La Tradizione li ha costantemente considerati come intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale. Essi, di conseguenza, non possono essere approvati in nessun caso. Per quanto concerne le tendenze omosessuali profondamente radicate, che si riscontrano in un certo numero di uomini e donne, sono anch'esse oggettivamente disordinate e sovente costituiscono, anche per loro, una prova. Tali persone devono essere accolte con rispetto e delicatezza; a loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Esse sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita e a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare”
Un concetto forte che dietro buoni propositi come l’accettazione, l’accoglienza e il rispetto, cela disapprovazione verso la vera essenza di uomini e donne che non possono vivere liberamente la propria vocazione e, infatti, si esplica chiaramente nelle righe successive in cui il documento afferma che la Chiesa, malgrado li rispetti, “non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”.
Nella Ratio sono interessanti altri concetti come le conseguenze negative che possono derivare dall’ordinazione di un sacerdote omossessuale, oppure il riferimento alla valutazione precedente all’ordinazione relativa alla maturità affettiva del futuro sacerdote o suora, delle sue qualità e l’accertamento, da parte della commissione, dell’assenza di disturbi sessuali incompatibili con il sacerdozio. Quindi se un candidato pratica l'omosessualità o presenta tendenze omosessuali profondamente radicate, il suo direttore spirituale, così come il suo confessore, hanno il dovere di dissuaderlo in coscienza dal procedere verso l'Ordinazione. Alla luce di queste accurate valutazioni io, personalmente, mi sono domandata perché all’interno della Chiesa sono stati molti i casi di pedofilia, la maggior parte delle volte insabbiate dalla Chiesa stessa ( vedi il caso Spotlight), dal momento che valuta preventivamente e accuratamente i candidati prima di ammetterli alla loro ordinazione.
Preti e suore sono vittime di una gerarchia soffocante che in modo più o meno velato viaggia parallelamente all’ideologica politica di un Paese e che si scontra evidentemente non solo con quei messaggi professati nelle catechesi ma, soprattutto, con quell’annunciazione che apre il Natale e che, di fatto, annuncia e accoglie Colui che è.