Oggi Stay. è Banksy. Come il love bombing sta cambiando e distruggendo i sentimenti
di Paola Sireci
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Qual è il momento migliore per dimostrare ad amici, parenti, conoscenti, fidanzati, amanti quanto teniamo a loro attraverso pensieri e regali, se non il Natale? In fondo, questa festa piace a tutti e lo aspettiamo con fervore già a partire da Ferragosto non tanto per il significato religioso, bensì perché ci invita o ci obbliga – a seconda dei punti di vista – a prenderci cura di qualcuno attraverso la nostra presenza. La favola che interpretiamo ogni anno, raccontata fin da quando abbiamo memoria, che “a Natale siamo tutti più buoni”, seppur circoscritta a un breve periodo dell’anno, ci attira perché, scavando nei meandri della nostra coscienza, la voce del verbo amare è un tempo passato, presente, futuro, e sempre attuale, di cui piace esperire. In ogni sua sfumatura.
Ma nella naturalezza e spontaneità di amare o, semplicemente, dimostrare affetto verso qualcuno, difficilmente si pensa a quanto questi gesti possano essere nocivi e segnare l’emotività della persona con cui ci si relaziona, se eccessivi. “Bombardare amore” è un’ espressione di forte impatto semantico che accosta due termini non antitetici tra loro e, di conseguenza, assume un’accezione positiva: il murales di Banksy scelto per questo editoriale ne è l’esempio. Lanciare dagli aerei militari dei cuori, piuttosto che le bombe è la soluzione per contrastare un mondo prevaricato dalle guerre. Eppure, al di fuori del campo artistico, a volte romanzato, questa espressione è nociva per le relazioni interpersonali. A dirlo è la scienza.
Si chiama “love bombing” ed è una tecnica di seduzione che consiste in una serie di gesti, azioni, parole lusinghieri volti a sedurre l’altro/a e statisticamente viene esercitato maggiormente dagli uomini, piuttosto che dalle donne, nonostante ciò non escluda un’inversione dei ruoli che vede quest’ultima narcisista e l’uomo vittima di questa pratica di seduzione. Letta così sembrerebbe la definizione dell’uomo/donna perfetto/a ma c’è un elemento chiave che ne definisce la negatività ovvero il soggetto che mette in atto questa fase primordiale del corteggiamento: il narcisista ovvero colui o colei che, nel linguaggio psicologico, soffre di manie di grandezza, e manifesta un costante bisogno di ammirazione e controllo, con tutte le relative conseguenze comportamentali. La cosa curiosa è che il narcisista non è consapevole di esserlo, tantomeno la persona con cui si relaziona quindi, apparentemente, si scambia questo tratto della personalità come un carisma smodato e particolarmente attraente. Tornando al love bombing, in questa fase il partner (ideale) mette su un piedistallo la potenziale vittima riempendola di regali, complimenti, attenzioni, messaggi importanti e gesti eccessivi e prematuri che lasciano spazio all’immaginario di futuro insieme.
“non mi sono mai sentito così”
“non ho mai incontrato nessuna come te”
“sei la donna più bella che abbia mai avuto“
“sei perfetta, sei troppo per me“
“sei la donna della mia vita“
“non mi è mai successa una cosa del genere… incontrare una donna così straordinaria…“
“ci dobbiamo andare insieme”
Questa fase iniziale, tuttavia, lascia il posto allo stadio successivo, distaccato e freddo dopo appena poche settimane o mesi, non appena la vittima si abbandona totalmente al partner in termini di fiducia e, in termini psicologici, raggiunge uno stato predisposizione alla manipolazione. Da quel momento iniziano i problemi, quelli che tutti/e conoscono: ghosting, discussioni, paranoie che, esattamente come una clessidra, svuotano l’autostima della vittima, accrescendo automaticamente quella del partner. Un momento di rottura che veda la vittima in questione perdere il baricentro emotivo e i punti cardinali della propria vita perché è come essere svegliata bruscamente da un bellissimo sogno: una persona che la mette su un palcoscenico come unica protagonista che, da un giorno all’altro, assume un’altra personalità, mettendola dietro le quinte. Sentirsi amati o semplicemente curati per qualche tempo per poi diventare perfetti sconosciuti nel giro di poco fa cadere le vittime del love bombing nell’abisso dell’insicurezza, nella rassegnazione che “tutti siano uguali” e nella sfiducia che più nessuno sia in grado di poter provare delle vere emozioni .
Ovviamente questo fenomeno si manifesta in modo graduale nel corso di una relazione ma soprattutto nell’esperienza sentimentale del singolo individuo, per questo è necessario sottolineare che, nella maggior parte delle casistiche, chiunque leggerà questo articolo potrà riconoscersi nella vittima del love bombing: donne – la maggioranza – o uomini che durante la propria esperienza di vita sentimentale hanno incontrato un/una partner che è partito/a in quarta con promesse progetti, frasi e gesti lusinghieri mai concretizzati in fatti. Tuttavia, nonostante queste esperienze dovrebbero portare a un approccio futuro più distaccato, le vittime del love bombing hanno la tendenza recidiva a ricadere nelle stesse dinamiche sentimentali che le porta a illudersi per qualche attenzione in più, senza considerare una ricaduta in questa dinamica sentimentale tossica. Ma perché?
La psicologa Chiara Venturi sostiene che che le vittime del l.b. ripetono gli stessi schemi in quanto nella storia della vittima spesso si trova una ferita emotiva antica, che si cerca di sanare nel presente e , di conseguenza, questo tipo di esperienze sono molto comuni. Essere stati esposti a comunicazioni ambivalenti da parte dei propri genitori, avere vissuto delle mancanze o trascuratezze affettive o avere sperimentato un abbandono o la mancanza di una base sicura in cui sentirsi accolti e accettati e in cui poter esprimere i propri bisogni sono esperienze affettive in qualche modo traumatiche molto comuni tra le famiglie “normali”, e non necessariamente patologiche me che determinano, tuttavia, una ricorrente tendenza a imbattersi in questo tipo di relazioni “di potere”. Ovviamente una relazione sentimentale di questo tipo non riempie dei vuoti, ma sicuramente li amplifica, afferma la Venturi.
Facendo, invece, un’analisi meno professionale, è altrettanto innegabile quanto le attenzioni piacciano e quanto faccia gola essere al centro dell’attenzione, specie di un’unica persona, in un momento in cui chiunque parla d’amore ma nessuno di assume più la responsabilità di amare, quindi le parole pronunciate colpiscono l’anima e il cuore e spesso vengono considerate sufficienti e per colmare un vuoto emotivo dettato dall’assenza di una persona costante nella propria vita.
Forse la risposta più veritiera la può fornire l’Antropologia attraverso uno studio condotto dalla famosa antropologa Margaret Mead, comunicatrice della materia nella cultura americana moderna e occidentale. In una delle ricerche condotte in campo antropologico, vennero ritrovate delle ossa di ominide, non sane ma nemmeno rotte, bensì curate. La tesi tratta dalla Mead a riguardo mostra quanto la nascita della civiltà non venga segnata con l’avvento della scrittura, come la storia insegna, ma avviene nel momento in cui un essere umano si prende cura di un altro. Una tesi che risponde all’innata predisposizione alla premura verso l’altro o alla comune tendenza ad accettare qualsiasi tipo di attenzione nella disperata ricerca di una relazione?
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