COSE. Preconcette concezioni da rivedere!
Cose viste e vissute dal mondo. A cura di Chiara Rebeggiani
Forse è il caso di dirlo, anzi forse è giunto il momento di sviscerare l’antico mito del bidet.
Per tanti un optional per molti altri, e questo dipende dalle coordinate geografiche, un oggetto facente parte della routine soprattutto quella igienica.
Come mi è venuto in mente di parlare del bidet? Questa settimana è stato oggetto di discussione con una mia amica spagnola. Gli spagnoli nutrono, a mio avviso, nei confronti di noi italiani, un complesso di inferiorità. A detta loro si vestono meglio degli italiani, il loro prosciutto è più buono del nostro, la paella è top ecc. Poi sul tema bagno si apre un discorso tutto nuovo. La mia amica mi diceva che ormai in Spagna nessuno più ha il bidet in casa, solo se richiesto espressamente altrimenti niente. Ok ma il mio punto di domanda è rimasto. Al di là della scelta, puramente estetica, di possedere un oggetto come il bidet, quel che più mi lascia perplessa è: ma quando poi ti ritrovi a interfacciarti con la Numero 2, e di media un essere umano in salute di solito va due volte al giorno, cosa si fa? Si procrastina tutto fino a sera o ci si pone una domanda? E mo’ come me lavo?! Naturalmente questa domanda sorge spontanea a me e ad altre migliaia di persone che hanno come abitudine quel di farsi il bidet ogni volta dopo la Numero 2. Ecco forse credo sia questa la risposta: se il bidet non ce l’hai mai avuto, il problema non te lo poni. Però quello che ancor di più mi ha infastidito della risposta della mia amica è stata la superiorità marcata nel descrivere l’uso che lei ne ha fatto una volta. Mi ha guardato così, con quel sopracciglio alzato e ha esordito con: “beh, io una volta quel coso lì l’ho visto e mi ci sono giusto, ma proprio per sbaglio, lavata i piedi…” troppi ce ne vorrebbero di puntini di sospensione.
Chiusa parentesi spagnola passiamo a quella americana. Ogni tanto mi viene la malinconia degli States anzi meglio degli Steizz come diceva Montesano. Quando viaggio di solito mi piace addentrarmi nella cultura al 100%. Non mi viene quasi mai la voglia di farmi un bel piatto di pasta o di mangiare una pizza e di certo se pur dovesse capitarmi, sopprimerei la voglia a pugni sullo stomaco. Però il bidet mi manca sempre. È una di quelle cose del tipo che sono in giro tra i grattacieli a NY o ad ammirare sconfinati tramonti dall’osservatorio di LA e a sentirmi quasi padrona del mondo, quando ad un certo punto tutte le certezze crollano e con loro anche le gioie, qualcosa mi destabilizza; il cibo è buono, dormo la notte, riesco a prendere la metro senza perdermi, l’appartamento e fichissimo ma il BIDET non c’è!
La tipica casa americana è fornita di ogni comfort moderno, dal frigorifero con il ghiaccio automatico all'assistente virtuale che risponde a tutte le domande. Ma, per qualche motivo, il bidet non ha mai trovato il suo posto. È come se gli americani preferissero il vecchio e affidabile metodo della carta igienica, anche se ciò significa perdere l'opportunità di un'igiene superiore e un'esperienza più rinfrescante.
Forse è solo questione di abitudini.
Oltre oceano sono abituati a fare le cose alla loro maniera. La carta igienica è diventata una tradizione radicata, un simbolo di indipendenza e orgoglio nazionale. Dopotutto, perché lavarsi con acqua quando si può sfregare vigorosamente con un pezzo di carta? È come un rito di passaggio, un'esperienza che dà loro una strana sensazione di sicurezza.
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