Due cose meravigliose sono successe nella mia vita ultimamente: ho comprato casa e sono in dolce attesa. E quindi…? Le due cose sono collegate entrambe dal fattore acqua.
Si sa (io non lo sapevo), che quando si aspetta un bambino si deve bere più acqua e non solo perché te l’ha prescritto il medico, ma perché si muore letteralmente di sete.
Nel quartiere dove ho comprato casa sussiste un’altissima concentrazione di fontanelle. Immaginatevi la mia sorpresa… non sono fontanelle qualsiasi bensì Nasoni; belli, originali in ghisa con l’acqua potabile che sgorga incessantemente.
Il Nasone è una storia bella. Prima di tutto si chiama così per la forma ricurva del rubinetto che richiama quella del naso.
Sfatiamo il mito dello spreco d’acqua. I Nasoni già da tempo erano stati pensati come valvole di sfogo delle tubature per ridurre la pressione ed evitare rotture della rete idrica. Tra l’altro la continua fuoriuscita di acqua è fondamentale per evitare la proliferazione dei batteri. Genialata che funziona solo quando le strade sono pulite e non si formano quei tappi di foglie intorno al foro di scarico.
I professoroni che amministrano la capitale hanno, non poche volte, cercato di mettere un freno allo spreco, sostituendo i nasoni con rubinetti a valvola o eliminando il problema e da quella voragine che si è aperta poco dopo, ancora ne stiamo pagando i danni. Vabbè.
Ho cercato la combo tra queste due cose perché ultimamente muoio di sete e perché da sempre sono innamorata delle iconiche fontanelle di Roma. Perdendomi per i vicoletti di Roma alla ricerca di un posto di refrigerio durante le afose giornate estive e trovando per lo più “picche”, ad un certo punto ho anche pensato di creare una app che ne segnalasse la presenza all round…
Qualcuno già lo ha pensato e fatto. Carina è l’app di ACEAWaidyWOW che mette a disposizione una mappa con tutte le fontanelle sparse dentro e fuori la città, cliccando sulle iconcine delle fontane più importanti hai la possibilità di leggere la storia o di aggiungerla tu stesso.
Insomma, a Roma non ce piace morì de sete. Anche perché tu hai mai visto un romano entrare in un bar per comprare una bottiglietta d’acqua? Mia nonna direbbe “s’embè”; esattamente questa è la risposta che ci si aspetta da noi romani.
I Nasoni a Roma sono 2500, di cui solo 280 dentro le mura, poi altri 114 sparsi un po' ovunque.
Tra i più antichi esemplari ancora attivi vi sono quelli di piazza della Rotonda, a pochi metri dalla ben più nota fontana e dal Pantheon, e di via delle Tre Cannelle nel rione Trevi, che prese il nome proprio da questa fontanella.
E come tutte le cose belle di cui vale sempre la pena parlare, bere dal Nasone ha tutto un suo rituale. Te lo scrivo in romanaccio che rende di più: “Prima de tutto te devi piegà, anzi pe beve dar Nasone te devi scompone; gambe aperte pe evità de fracicatte le scarpe. Chi è più impavido ficca er dito ner Nasone pe fa usci l’acqua dar buchetto, ma io preferisco tappà co la mano alla base der Nasone perché così il getto dar buco è più forte, quando l’acqua comincia a sgorgà, chi s’è visto s’è visto. L’acqua è bona e fresca e te rimette ar monno”