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Due mesi dopo il meraviglioso viaggio a New York ancora vivo e certe volte mi rifugio nel ricordo vivido delle passeggiate “fiorite” che mi sono concessa. Ho sempre nutrito un amore spassionato per la botanica e ogni qual volta mi trovo in un luogo, cerco quell’angolo di verde che così forte richiama la mia attenzione. Nella Grande Mela il vero polmone è Central Park, bellissimo e per niente scontato ma nulla in confronto alla High Line, una delle passeggiate più belle della città. La High Line è a tutti gli effetti un parco lungo 2,3 chilometri, ricavato, o meglio, costruito al posto della West Side Line, linea ferroviaria sopraelevata in disuso che è un esempio di riqualificazione urbana. Il percorso si snoda partendo da Gansevoort Street passando per Chelsea e terminando nel West Village. Una passeggiata tra i grattacieli costeggiando i binari arrossati dalla ruggine ricoperti da una varietà di fiori e piante.
…ancora vivo e certe volte mi rifugio… al punto tale di voler replicare quell’evento sensoriale straordinario.
Nel periodo precedente al Natale, mi sono ritrovata a vivere un momento di attesa, esattamente come quello che la Chiesa Cattolica vive con l’Avvento (periodo di attesa precedente al Natale).
Mi sono chiesta più e più volte cosa stessi aspettando e per schiarirmi le idee mi sono recata in uno di quei luoghi dove attendere è un infinito categorico. Non mi dedicherò a lodare le bellezze di Roma con il rischio di sembrare campanilista e conseguentemente perdere l’efficacia nel voler rievocare la bellezza racchiusa nelle cose vicino a noi. Consapevole di ciò ho deciso di muovermi nella mia città natale dove, con il mio bagaglio di ricordi nella mente, la luce del tramonto negli occhi, gli odori dei fiori nel naso della passeggiata newyorchese, mi son trovata a passeggiare, nel vero senso letterario e non allegorico, lungo un binario morto: la Passeggiata del Gelsomino.
E se le stazioni ferroviarie sono luoghi di attese, così lo è anche quest’ultima, un percorso di 500 metri incorniciato in una siepe di gelsomini che permette di godere di una meravigliosa prospettiva sulla cupola di San Pietro. La storia della passeggiata del Gelsomino risale agli anni ’30 del ‘900. La ferrovia della speciale linea permetteva allo Stato Pontificio un collegamento con l’allora Regno d’Italia. Negli anni Sessanta fu indispensabile per lo spostamento degli abitanti della Città del Vaticano, compreso il Papa, dentro e fuori Roma. La ferrovia più breve al mondo era infatti lunga poco più di 1,27 km, strutturata in due binari, uno dei quali rimosso negli anni 2000 in occasione del Giubileo, per dare spazio alla famosa passeggiata. L’origine del nome deriva dalla qualità delle piante presenti lungo il tragitto, specialmente in estate, l’intera passeggiata si riempie del profumo inebriante e dei colori candidi dei gelsomini. Per poter raggiungere il percorso occorre entrare nella stazione San Pietro della Ferrovia Vaticana e percorrere il binario 1.
Le ferrovie sono affascinanti infrastrutture dell’era industriale, luoghi di stupore, come la bambina raffigurata da Edouard Manet nell’opera “La Ferrovia” che osserva gli sbuffi bianchi del treno in manovra o di disinteressata attesa come si evince dalla seconda figura ritratta nell’opera. Luoghi in cui si perde e si ritrova qualcosa e infine dove si ricomincia e si ricostruisce.